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Data Center
28 gennaio 2025

Data Center virtuale o fisico? Quale soluzione scegliere

Sommario

    Il Data Center del futuro sarà fisico o virtuale? La risposta, secondo gli esperti del settore, è un mix delle due soluzioni.

    Le aziende hanno infatti sempre più bisogno di potenza di calcolo e spazi di storage, ma richiedono anche livelli di sicurezza sempre più elevati e la possibilità di scalare la loro infrastruttura IT in base alle esigenze del momento.

    Abbiamo analizzato le differenze tre le due tipologie di soluzioni e come integrarle.

    Il futuro dei Data center è ibrido

    I dati sono sempre più importanti per le aziende e i responsabili IT devono decidere dove custodirli per proteggerli e renderli accessibili in sicurezza e con prestazioni garantite quando è necessario.

    La diffusione dei nuovi modelli cloud crea nuove opportunità per le imprese e rende obsoleta la vecchia rigida distinzione tra data center fisico – il vecchio CED ospitato totalmente in sede – o virtuale, cioè realizzato interamente con risorse cloud.

    Secondo una ricerca effettuata da Gartner, infatti, le aziende in futuro prediligeranno modelli ibridi. Questo significa che, in molti casi, continueranno a costruire data center privati per custodire in sicurezza i propri dati, sviluppare applicazioni, gestire sistemi di comunicazione e contabilità. Ma che sempre più spesso faranno ricorso a un mix di soluzioni on premise, in cloud e in colocation.

    Cosa significa esattamente e perché questo trend è importante per tutte le aziende?

    Cos’è un data center e a cosa serve?

    Il data center è un’infrastruttura tecnologica indispensabile nel mondo digitale perché, come uno scrigno, racchiude il bene più prezioso per le imprese: i dati.

    Secondo la definizione della Italian Data Center Association (IDA), il Data Center è una struttura altamente specializzata e organizzata che sfrutta le migliori tecnologie di rete per garantire il funzionamento costante – 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno – di tutte le apparecchiature informatiche, dei sistemi, delle reti e dei servizi a supporto delle attività digitali quotidiane delle imprese.

    Fino a qualche tempo fa, per alcune aziende era semplice creare un data center privato. Bastava ospitare pochi server (o addirittura hard disk esterni) in una piccola stanza ricavata tra gli uffici e dotata di UPS.

    Con la progressiva digitalizzazione dei processi, i dati hanno richiesto sempre più spazio, i server più energia e i requisiti di sicurezza più attenzione: ecco perché oggi esternalizzare, almeno in parte, i sistemi IT è diventata un’esigenza.

    Differenza tra un data center fisico e uno virtuale

    Tradizionalmente un data center è una struttura fisica che automatizza le attività IT. I componenti minimi di un data center fisico sono:

    • Server;
    • Router e switch per il traffico dei dati;
    • Gruppi di continuità per garantire il flusso costante di energia elettrica anche in caso di blackout;
    • Sistemi di storage (archiviazione);
    • Sistemi di sicurezza per proteggere fisicamente le apparecchiature (come sistemi antincendio e di condizionamento).

    È possibile però delegare la gestione di questa struttura a terze parti, come per esempio nel caso della colocation, in cui il provider si prende cura di alcuni di questi aspetti.

    Oppure è possibile delegare completamente la gestione del data center attraverso un modello di data center virtuale, in cui la gestione è in carico al cloud provider, che offre le stesse soluzioni di utilizzo dei server e della rete in modo virtualizzato (modello IaaS, Infrastructure as a Service), in accesso remoto.

    Come funziona un data center virtuale

    Un data center virtuale è quindi un’infrastruttura IT che utilizza risorse virtualizzate, come server, storage e reti, per fornire funzionalità di un data center tradizionale senza dipendere da un’unica posizione fisica. Grazie a tecnologie come l’hypervisor, consente di gestire e distribuire risorse in modo flessibile e altamente efficiente.

    Optare per un data center virtuale o ibrido significa beneficiare di scalabilità immediata, costi operativi ridotti e un’infrastruttura tecnologica sempre aggiornata. È una scelta strategica per le aziende che vogliono innovare e competere in un mercato sempre più digitale.

    Un data center virtuale può essere configurato in tre modi diversi:

    Cloud Pubblico

    Risorse e servizi vengono condivisi dal fornitore tramite Internet. Tutte le componenti hardware e software appartengono e sono gestite dal provider che le utilizza per più Clienti contemporaneamente, con un’architettura multitenant.

    Cloud Privato

    Risorse e servizi sono gestiti tramite una rete privata aziendale, mentre hardware e software sono dedicati in modo esclusivo alla singola azienda.

    Cloud Ibrido

    Le infrastrutture sono in parte fisiche e in parte virtuali, o in parte pubbliche e in parte private. Chi sceglie questo modello di solito utilizza un data center privato per ospitare applicazioni e dati che hanno valore business-critical, mentre si appoggia a un cloud pubblico per le altre attività.

    Qual è la differenza tra un data center virtuale e il cloud computing?

    Il legame fra data center virtuale e cloud potrebbe far sorgere il dubbio che i due termini siano sovrapponibili. In realtà non è così. Mentre un data center virtuale è sempre e comunque un insieme di risorse hardware, seppur virtualizzate, a cui possiamo accedere da remoto, il cloud computing consiste nella fornitura di servizi e risorse tramite Internet.

    La tecnologia cloud computing ha rivoluzionato il modo di lavorare e condividere informazioni, dal momento che permette soluzioni scalabili, modificabili in autonomia e personalizzabili. Infatti, ha trasformato anche il settore dei data center. Tuttavia, il cloud è uno strumento a servizio di questi ultimi, che rimangono legati a componenti fisiche, le quali, seppur lontane dalla sede aziendale, esistono.

    Data center fisico o virtuale. Elementi da considerare

    Nella scelta tra un data center fisico o virtuale è importante considerare i seguenti elementi.

    • Esclusività: con un data center fisico interno all’azienda, i servizi e la struttura sono vicine e a uso esclusivo, consentendo una maggiore velocità in termini di prestazioni e maggiore controllo. Un data center virtuale garantisce esclusività solo in caso di cloud privato;
    • Accessibilità: con un data center fisico le aziende sono più indipendenti dalla connessione a internet per operare. Di contro, un data center virtuale porta con sé i vantaggi del cloud computing, primo fra tutti la possibilità di accedere ai dati tramite device in qualsiasi luogo dotato di una connessione internet;
    • Prestazioni e scalabilità: i server fisici hanno a disposizione risorse dedicate esclusivamente alla struttura in cui risiedono, mentre i server virtuali possono avere destinatari multipli, per i quali devono suddividere le proprie risorse di calcolo. Tuttavia, i server fisici sono limitati dal numero di macchine in possesso, mentre i server virtuali sono facilmente espandibili;
    • Gestione e formazione del personale: i server virtuali sono relativamente più semplici da gestire ma necessitano di maggiore competenza tecnica;
    • Portabilità: la migrazione da un server virtuale a un altro è possibile senza intervento diretto da parte dell’utente e può essere fatta online, mentre spostare un data center fisico è un’operazione complessa che richiede anche la reinstallazione di tutti i componenti hardware e software sulle nuove macchine;
    • Spazio: a differenza dei server fisici, i server virtuali non occupano spazio in azienda.

    Data Center fisico o virtuale: quale soluzione è più conveniente?

    Un discorso a parte riguarda sicuramente i costi. Costa meno avere un data center fisico o virtuale? Anche in questo caso non esiste una regola assoluta e la valutazione va fatta in base alle necessità e alle abitudini d’uso.

    I data center fisici richiedono un investimento iniziale elevato, poiché è necessario acquistare hardware dedicato e allestire un’infrastruttura interna. Tuttavia, una volta realizzati, i costi operativi possono essere più stabili nel tempo, anche se bisogna considerare le spese per manutenzione, aggiornamenti di hardware e software e consumo energetico.

    I data center virtuali offrono sicuramente costi iniziali ridotti, poiché non c’è bisogno di acquistare hardware o di gestire una struttura fisica. Tuttavia, il modello di pagamento basato sull’uso delle risorse (pay-as-you-go) può portare a costi operativi variabili, che crescono proporzionalmente alle esigenze aziendali.

    La scalabilità e la flessibilità offerte da un data center virtuale, però, consentono alle aziende di ottimizzare i costi e di adattare in ogni momento l’infrastruttura alle proprie necessità.

    Data center: quale scegliere?

    Considerate le differenze tra data center fisico e virtuale, è chiaro che la scelta dipende molto dalle proprie esigenze.

    Un data center interno può essere utile per aziende che necessitano di un controllo diretto sulla propria infrastruttura, specialmente per specifici carichi di lavoro o applicazioni legacy. Tuttavia, grazie ai progressi tecnologici, i moderni data center virtuali e le soluzioni cloud sono in grado di offrire prestazioni elevate e standard di sicurezza che soddisfano anche le esigenze più rigorose, comprese quelle legate ai dati sensibili.

    I server virtuali rappresentano una soluzione flessibile per aziende che vogliono scalare rapidamente la propria infrastruttura o personalizzare le risorse in base alle esigenze specifiche. Sebbene il cloud possa ridurre i costi iniziali legati all’hardware, è importante valutare attentamente il modello di pricing per ottimizzare il budget sul lungo periodo. Grazie alla scalabilità e alla possibilità di gestire le risorse in tempo reale, il cloud è particolarmente vantaggioso per aziende in crescita o che necessitano di un’infrastruttura agile.

    Infine, andrebbero considerate la preparazione e la competenza di chi si occuperà direttamente della gestione del server. Se manca il personale tecnico, allora un cloud data center è la soluzione migliore, perché il personale specializzato è compreso nel servizio.

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    Cosa serve per creare un Data Center Virtuale

    Creare un data center virtuale è una scelta strategica per le aziende che vogliono massimizzare la flessibilità e ridurre i costi operativi senza rinunciare alla sicurezza e alle prestazioni. Questo tipo di infrastruttura combina diverse tecnologie e soluzioni per adattarsi alle esigenze specifiche di ogni business.

    Ecco i tre pilastri principali per costruire un data center virtuale:

    Cloud pubblico: scalabilità senza limiti

    Il cloud pubblico è una risorsa essenziale per un data center virtuale. Con questa soluzione, le aziende possono accedere a capacità di calcolo, storage e applicazioni su richiesta, senza dover investire in hardware costoso. La scalabilità è uno dei principali vantaggi: le risorse possono essere aumentate o ridotte rapidamente in base al carico di lavoro. Inoltre, i fornitori di cloud pubblico garantiscono aggiornamenti costanti e un’infrastruttura tecnologica sempre all’avanguardia.

    Colocation o housing: sicurezza e controllo

    Per le aziende che desiderano mantenere il controllo su parte della propria infrastruttura hardware, la colocation o il server housing rappresentano un’opzione ideale. In questo modello, l’hardware aziendale è ospitato in un data center specializzato, che garantisce alti standard di sicurezza fisica e connettività. Questa combinazione consente di ottimizzare i costi operativi e beneficiare di un’infrastruttura moderna senza dover costruire e mantenere un data center interno.

    Hypervisor: il motore della virtualizzazione

    L’hypervisor è il componente chiave per creare e gestire macchine virtuali. Grazie a questa tecnologia, è possibile sfruttare al massimo le risorse hardware disponibili, suddividendo un singolo server fisico in più macchine virtuali indipendenti. Questo riduce gli sprechi, aumenta l’efficienza e consente alle aziende di configurare ambienti personalizzati per applicazioni diverse. Con un hypervisor, le aziende possono anche migrare facilmente le macchine virtuali tra server fisici, garantendo continuità operativa e flessibilità.

    Perché scegliere un Data Center Virtuale?

    Un data center virtuale offre quindi vantaggi significativi rispetto a una struttura fisica tradizionale:

    • Riduzione dei costi: Non è necessario investire in grandi quantità di hardware o infrastrutture. I costi sono scalabili e proporzionati all’effettivo utilizzo.
    • Flessibilità: Le risorse possono essere modificate in tempo reale per adattarsi alle esigenze aziendali, migliorando l’efficienza operativa.
    • Sicurezza: I fornitori di servizi cloud e di colocation adottano rigorose misure di sicurezza, spesso superiori a quelle che molte aziende potrebbero implementare autonomamente.
    • Agilità: Grazie all’hypervisor, alle opzioni di colocation e alle risorse del cloud pubblico, le aziende possono implementare rapidamente nuovi servizi, gestire i picchi di traffico e innovare senza interruzioni.
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