Gli hacker sono tutti cattivi? Cos’è l’Ethical Hacking e perché è utile in azienda
Sommario
Quando senti parlare di hacker, probabilmente immagini una figura nascosta dietro uno schermo, intenta a rubare dati o diffondere virus. Ma è giusto dire che tutti gli hacker sono cattivi? La risposta è no. Esiste una categoria di hacker che lavora per il bene, praticando quello che viene definito Ethical Hacking, una disciplina che sta rivoluzionando il modo di intendere la cyber security moderna.
Leggi questo articolo e scoprirai l’importanza del lavoro degli ethical hacker per la tua azienda.
Hacker: cosa significa veramente?
Il termine “hacker” di per sé non implica alcuna connotazione negativa.
L’hacker è una persona con elevate competenze in ambito informatico, capace di comprendere il funzionamento interno di sistemi complessi come software, reti o hardware. Questa comprensione approfondita permette loro di identificare vulnerabilità, esplorare soluzioni alternative e, in alcuni casi, modificare il sistema stesso.
Il termine è stato applicato alla tecnologia informatica per la prima volta nel corso degli anni ’50 al MIT (Massachusetts Institute of Technology). In quel contesto, il termine veniva proprio usato per descrivere studenti e appassionati di tecnologia che si impegnavano a esplorare e modificare sistemi informatici, spesso con l’obiettivo di migliorarne le prestazioni o scoprirne funzionalità nascoste.
L’accezione negativa che spesso associamo a questa parola è dovuta alle azioni di una specifica categoria di hacker, i black hat (o “cappelli neri”). Gli hacker buoni vengono di solito definiti white hat.
Cos’è l’Ethical Hacking?
L’Ethical Hacking è l’arte di cercare vulnerabilità nei sistemi informatici con il permesso del proprietario. Gli ethical hacker simulano attacchi per scoprire falle prima che lo facciano i malintenzionati. Questo processo aiuta a migliorare la sicurezza informatica di un’organizzazione, prevenendo violazioni e proteggendo dati sensibili.
L’hacking criminale mira a causare danni, rubare informazioni o estorcere denaro. Gli hacker criminali operano nell’illegalità, utilizzando le loro competenze per scopi distruttivi. Al contrario, gli ethical hacker lavorano nel rispetto della legge e con l’autorizzazione delle aziende. La loro missione è proteggere, non danneggiare.
Ethical Hacking infrastrutturale vs applicativo
L’Ethical Hacking infrastrutturale si concentra su reti, server e dispositivi fisici. Verifica la robustezza delle connessioni, la configurazione dei firewall e la sicurezza dei dati nei sistemi. Questa categoria include anche test sulla sicurezza fisica, come l’accesso agli edifici e ai data center, nonché la valutazione dei protocolli di sicurezza wireless.
L’Ethical Hacking applicativo, invece, si occupa di software e applicazioni. Cerca vulnerabilità nel codice e nei processi di sviluppo per prevenire attacchi. Include anche l’analisi delle API, dei database e delle interfacce web, con particolare attenzione alle vulnerabilità più comuni come SQL injection e cross-site scripting.
Un altro aspetto importante è l’uso controllato di campagne di phishing, vishing e smishing per verificare quanto i dipendenti di un’azienda siano vulnerabili a truffe digitali perpetrate via mail, telefono o SMS. Queste tecniche aiutano a identificare le lacune nella formazione sulla sicurezza e a implementare misure correttive.
Le fasi di implementazione dell’Ethical Hacking
Cosa deve fare un’azienda che vuole utilizzare l’ethical hacking in suo favore?
L’implementazione dell’Ethical Hacking segue alcune fasi precise:
- Ricognizione: gli ethical hacker raccolgono informazioni sui sistemi bersaglio per comprendere meglio l’ambiente.
- Scansione: utilizzano strumenti per analizzare le reti e identificare le vulnerabilità.
- Accesso: simulano attacchi per testare la sicurezza delle vulnerabilità individuate.
- Mantenimento dell’accesso: verificano se è possibile mantenere l’accesso ai sistemi per comprendere l’ampiezza di un potenziale attacco.
- Analisi e report: compilano un report dettagliato con le scoperte e le raccomandazioni per migliorare la sicurezza.
Chi è l’Ethical Hacker e perché è importante averne uno in azienda?
L’Ethical Hacker è un professionista della sicurezza informatica che utilizza le proprie competenze per identificare e valutare le vulnerabilità nei sistemi informatici di un’azienda.
A differenza dei “black hat hacker” che sfruttano le vulnerabilità per scopi malevoli, l’Ethical Hacker agisce in modo etico e legale, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza dei sistemi.
Un ethical hacker deve possedere una profonda conoscenza dei sistemi informatici, delle reti e dei software. Lavora in stretta collaborazione con il team IT per rafforzare la sicurezza dell’infrastruttura aziendale. Grazie alle sue competenze, è in grado di anticipare le mosse dei criminali informatici e mitigare i rischi.
Cosa fa un ethical hacker in azienda
L’Ethical Hacker svolge diverse attività all’interno di un’azienda, tra cui:
- Test di penetrazione (Penetration testing): Simula attacchi informatici reali per identificare le vulnerabilità nei sistemi, nelle applicazioni web e nelle reti aziendali. Questi test possono essere condotti sia “esternamente” (simulando un attacco da internet) che “internamente” (simulando un attacco da un dipendente o un visitatore).
- Valutazione della sicurezza: Analizza l’infrastruttura IT dell’azienda per individuare potenziali punti deboli e fornisce raccomandazioni per migliorare la sicurezza.
- Audit di sicurezza: Verifica la conformità delle politiche di sicurezza aziendali e identifica eventuali lacune.
- Analisi del codice: Esamina il codice delle applicazioni per individuare vulnerabilità di programmazione.
- Sensibilizzazione alla sicurezza: Forma i dipendenti dell’azienda sulle migliori pratiche di sicurezza informatica e sui rischi di phishing, malware e altri attacchi.
- Redazione di report: Documenta le vulnerabilità identificate e fornisce raccomandazioni dettagliate per la loro correzione.
Come scegliere un Ethical Hacker affidabile
La scelta di un ethical hacker o di un team di ethical hacker è una decisione critica che richiede un’attenta valutazione di diversi fattori. Prima di tutto, è fondamentale verificare le certificazioni professionali riconosciute a livello internazionale che garantiscono che il professionista abbia una preparazione solida e aggiornata.
L’esperienza pratica è altrettanto importante. Un buon ethical hacker dovrebbe essere in grado di presentare un portfolio di progetti precedenti, naturalmente nel rispetto degli accordi di riservatezza. È utile chiedere referenze da altre aziende del settore e verificare la partecipazione a programmi di bug bounty riconosciuti, dove gli hacker etici cercano vulnerabilità nei sistemi di grandi aziende in cambio di ricompense.
Nella valutazione, bisogna considerare anche le competenze specifiche del settore in cui opera l’azienda. Un ethical hacker con esperienza nel settore bancario potrebbe non essere la scelta migliore per un’azienda sanitaria, data la diversità delle normative e dei requisiti di sicurezza. È importante anche verificare la conoscenza delle normative sulla protezione dei dati, come il GDPR per l’Europa.
La capacità di comunicazione è un altro aspetto cruciale. L’ethical hacker deve saper spiegare problemi tecnici complessi in modo comprensibile a tutti i livelli aziendali e deve essere in grado di produrre report chiari e concreti, con indicazioni pratiche e direttamente utilizzabili dall’azienda..
Ethical hacking: scegliere un team a volte conviene
Spesso, la scelta migliore ricade su un team di ethical hacker piuttosto che su un singolo professionista.
Un team può offrire una gamma più ampia di competenze specialistiche, garantire una copertura più completa delle potenziali vulnerabilità e assicurare continuità nel servizio.
Inoltre, un team può portare diverse prospettive e approcci al problema della sicurezza, aumentando la probabilità di identificare e risolvere vulnerabilità complesse.
Perché l’Ethical Hacking è utile in azienda?
Nel 2024, secondo l’ultimo report della Polizia Postale, gli attacchi informatici rilevati in Italia sono stati quasi 11.900.
Le aziende che investono in Ethical Hacking possono:
- Prevenire violazioni grazie all’identificazione e alla correzione di vulnerabilità prima che vengano sfruttate.
- Proteggere i dati in modo da ridurre il rischio di furti o perdite.
- Migliorare la reputazione mostrando un serio impegno verso la sicurezza informatica.
- Ridurre i costi connessi a violazioni, sanzioni e ripristino dei sistemi.
Il futuro dell’Ethical Hacking
Con l’evoluzione delle tecnologie emergenti come l’Intelligenza Artificiale, l’Internet delle cose (IoT) e i computer quantistici, il ruolo dell’Ethical Hacking sta diventando sempre più cruciale.
Gli ethical hacker dovranno affrontare nuove sfide, come garantire la sicurezza dei miliardi di dispositivi connessi tra loro, proteggere i sistemi dagli attacchi che sfruttano l’Intelligenza Artificiale e preparare le difese contro le minacce informatiche del futuro.
L’Ethical Hacking renderà le aziende più resistenti agli attacchi informatici e al tempo stesso contribuirà a creare un mondo digitale più sicuro per tutti gli utenti.
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