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Cloud
19 luglio 2021

PMI e Cloud: così le aziende top migliorano l’efficienza con il digitale

Sommario

    Le piccole e medie imprese (PMI) generano il 40% del fatturato italiano. Ma per affrontare i cambiamenti economici in corso devono superare la diffidenza ancora esistente verso il digitale, migrando le loro tecnologie in cloud.

    Quello tra cloud e PMI, dovrebbe essere un binomio indissolubile. Questa tecnologia permette di superare i confini geografici, rende più sostenibile la produzione (dal punto di vista economico e ambientale) e migliora i processi organizzativi.

    Ma quali sono i dubbi che frenano le aziende nella “virtualizzazione” delle risorse? E come sono stati superati dalle aziende che sono cresciute anche in questi mesi difficili per l’economia?

    PMI e cloud: innovazione smart e aziende in crescita

    Il tema è stato discusso durante gli Innovation Days organizzati da Sole 24 Ore e Confindustria, che giovedì 15 luglio hanno fatto tappa in Toscana. Molte le eccellenze dell’innovazione presenti all’evento: Enel energia, Banca Ifis, Banfi, Zucchetti Centro Sistemi, Lucart Group, Temera, CNR, Scuola Sant’Anna, GroupM, AKQA, Pakerson, Powersoft, Zerynth. Tra queste c’era anche Vianova.

    L’evento ha voluto raccontare i nuovi processi di innovazione sostenibile messi in campo per cogliere opportunità di sviluppo per la regione Toscana e il Paese. Per farlo ha scelto di presentare esempi concreti di imprese che hanno saputo affrontare un contesto economico difficile come quello attuale, grazie alla tecnologia.

    Come ha sottolineato Antonello D’Elia, Consulting Manager della unit Business Intelligence & Insight di GroupM, il passaggio al digitale per molte PMI non richiede investimenti corposi. Piuttosto serve un cambio di mentalità che favorisca l’adozione di tecnologie adatte e la scelta di partner esterni che sostengano la trasformazione.

    “Il processo della transizione digitale – ha detto D’Elia – richiede un cambio di mentalità sia nell’organizzazione interna delle aziende sia nel loro posizionamento di mercato. Non si può cambiare quello che si fa, senza cambiare come si fa. L’innovazione è indubbiamente un processo complesso. Ma le aziende sfruttano poco le partnership esterne con altre aziende o università, che invece potrebbero rappresentare una risorsa smart verso l’innovazione digitale”.

    Esempi di utilizzo innovativo del digitale sono stati raccontati dalle aziende presenti all’evento.

    Il vigneto del futuro: come i re del vino migliorano l’efficienza

    Una delle aziende vinicole italiane più importanti, Banfi, ha raccontato come ha creato sistemi georeferenziati di mappatura delle colture.

    Queste mappe interattive permettono di risparmiare risorse idriche, ad esempio dirottandole verso le piante che più ne hanno bisogno. Un modo per conciliare tutela dell’ambiente, sostenibilità economica e miglioramento della produttività.

    “Posso vedere queste e molte altre informazioni in diretta sul mio telefonino – ha raccontato Enrico Viglierco, Presidente e General Manager di Banfi – il digitale permette di rendere molto più efficienti i metodi di lavoro tradizionali. I nostri trattori non somigliano più a quelli che utilizzavano i nostri nonni. Ora sono iperconnessi e forniscono dati in tempo reale che vengono sfruttati per ottimizzare il lavoro. Si può migliorare solo ciò che viene misurato e sicuramente il digitale ci aiuta a farlo”.

    Made in Italy e tecnologia: quando lusso e digitale vanno a braccetto

    Questo rapporto tra tradizione e innovazione, elemento umano e tecnologico, è una caratteristica peculiare del Made in Italy.

    Un esempio arriva da Temera, un’azienda che crea sistemi di tracciamento Iot per il settore della moda. “Le nuove tecnologie aiutano ad abbinare artigianalità e sostenibilità – spiega l’ad di Temera Arcangelo D’Onofriochi compra un capo di lusso vuole essere sicuro sull’origine dei materiali e sul rispetto dell’ambiente. I consumatori più evoluti sono disposti a pagare il 20/25% in più per sapere che il capo acquistato rispetta l’ambiente. I nostri sistemi riescono a dare voce ai capi di abbigliamento fornendo tutte le informazioni richieste. Siamo in grado di risalire anche al capo di bestiame che ha prodotto la lana utilizzata. Grazie alla tecnologia le aziende riescono a proteggere i loro prodotti e a creare valore: così riusciamo a essere competitivi”.

    Il digitale ha permesso ad aziende del settore delle tecnologie audio come Powersoft di sviluppare prodotti utilizzati anche dalla Disney per i suoi parchi e a Las Vegas.

    “I nostri amplificatori – spiega l’ad di Powersoft Luca Lastrucci – sono diventati prodotti IoT che si connettono in cloud con le nostre sedi. In questo modo siamo in grado di controllarne il funzionamento applicando la manutenzione predittiva e facilitare l’utilizzo di servizi di streaming audio. L’intelligenza del prodotto e il suo essere sempre connesso ci permettono di fare la differenza rispetto ai competitor. Nei nostri centri di ricerca abbiamo anche sviluppato sistemi multimediali che arricchiscono video e audio con esperienze tattili: questi prodotti sono molto apprezzati nei parchi a tema e nell’industria del divertimento”.

    PMI e cloud: così il digitale sostiene la ripresa

    Tutte queste innovazioni si basano su servizi di connettività professionale e cloud computing. E in un futuro molto vicino potranno essere più accessibili grazie al 5G e alla realtà aumentata.

    Come ha sottolineato Nicola Di Giusto di Vianova, la semplicità di utilizzo dei servizi e la possibilità di collaborare con partner tecnologici  possono aiutare gli imprenditori che guidano le PMI a superare le resistenze di fronte al digitale.

    Molti imprenditori italiani temono difficoltà e costi elevati nel passaggio dai sistemi on premise (server, centralini, software) a quelli in cloud. Il 62% delle PMI ritiene ancora che esistano barriere alla digitalizzazione. Ma i dati a livello mondiale parlano di un trend universale irreversibile verso la virtualizzazione delle risorse.

    Come superare questa impasse?

    In questo contesto le telecomunicazioni e l’ausilio di partner esterni competenti giocano un ruolo di primo piano.
    La connettività – spiega Di Giusto – serve proprio a sostenere le innovazioni raccontate dalle tante imprese presenti qui oggi. Per far vedere i propri prodotti online o gestire le app per monitorare e ottimizzare la produzione, servono servizi di rete con qualità garantita e bassi tempi di latenza. Questi elementi diventeranno ancora più importanti con il 5G, la robotica e la realtà aumentata: il futuro va in questa direzione”.

    La fabbrica del futuro? Non ha più pareti

    Anche i centralini virtuali e i servizi per il lavoro in mobilità  hanno permesso di affrontare i cambiamenti imprevisti avvenuti negli ultimi due anni. Un esempio è la possibilità di utilizzare il numero fisso dell’ufficio anche sul cellulare, ovunque ci si trovi.
    Il cloud e i centralini virtuali hanno abbattuto le “pareti” delle sedi aziendali – spiega Di Giusto – permettendo alle imprese di lavorare in maniera dislocata e di mantenere i contatti con clienti, forza vendita, fornitori. Con lo smart working anche la casa di un dipendente può diventare una sede dell’azienda. Per questo servono servizi TLC flessibili e affidabili, oltre che sistemi di sicurezza per proteggere dati e informazioni”.

    Partner tecnologici e servizi utili: il digitale a misura di PMI

    Accanto all’innovazione tecnologica contano sempre il fattore umano e le competenze. “Spesso – aggiunge Di Giusto – le PMI non possono permettersi reparti IT di grandi dimensioni e non possono stare dietro a tutte le evoluzioni tecnologiche con personale interno. I big player sono troppo distanti dalle aziende che utilizzano i loro servizi. Rivolgersi a fornitori che lavorano come partner, forniscono assistenza e sostengono l’adozione delle nuove tecnologie permette di ridurre i costi e sfruttare tutte le opportunità del digitale”.

    Di Giusto ha anche citato il caso di un Cliente Vianova che ha ricevuto grandi vantaggi dall’adozione del digitale, la CNA dell’Emilia-Romagna.
    “Un esempio di utilizzo virtuoso della digitalizzazione – racconta il manager – già prima della pandemia avevano deciso di spostare tutta la loro infrastruttura nel nostro Data Center per creare un cloud privato per oltre 240 sedi. Quando è arrivata l’emergenza hanno potuto utilizzare videoconferenze e spostare i loro numeri fissi dell’ufficio sul cellulare in un tempo brevissimo. Così hanno potuto dare supporto a migliaia di associati. Investire sul digitale rende più sostenibile e agile il lavoro, con vantaggi per tutti”.

    La digitalizzazione guida la ripresa ed è un’occasione da non mancare per le PMI italiane. In questo contesto gli investimenti tecnologici possono generare vantaggi competitivi, senza impattare sul budget aziendale.

     

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