La storia di Welcome Italia sul Corriere della Sera
L’inserto Corriere Imprese del Corriere della Sera dedica una pagina a Welcome Italia e racconta la storia dell’azienda dagli esordi come piccolo negozio di riparazione telefoni a solida realtà del mondo delle telecomunicazioni che si prepara a lanciare i nuovi servizi di telefonia mobile dedicati alle imprese. Ecco alcuni estratti dell’articolo firmato dal giornalista Marzio Fatucchi.
“Da piccolo negozio dove si vendevano e riparavano telefoni a compagnia di telecomunicazioni che fornisce anche servizi per la telefonia cellulare. A Welcome Italia non sono bastate le ultime acquisizioni della torinese Colt Engine e Qboxmail (a azienda pratese specializzata in servizi mail in cloud) e l’apertura della nuova sede di Pisa. L’ultimo passo della crescita di questa realtà, partita nel 1983 dall’attività di due fratelli, è lo sbarco nella gestione della telefonia mobile […].
Ma come è possibile che un negozio diventi un’azienda da oltre 36 milioni di euro di fatturato e 158 dipendenti (con 80 assunzioni programmate nei prossimi tre anni)? ‘Abbiamo sempre messo in primo piano le reali esigenze delle imprese e non abbiamo mai avuto paura del cambiamento – spiega Stefano Luisotti, AD di Welcome Italia – nel 1983 io e mio fratello Giovanni siamo partiti con un piccolo negozio di riparazione telefoni. Negli anni le liberalizzazioni nel campo delle telecomunicazioni hanno cambiato radicalmente il settore e ci hanno dato l’opportunità di crescere e di investire costantemente sullo sviluppo di una infrastruttura di rete di proprietà: poter gestire la propria rete di trasporto in autonomia misurando costantemente le prestazioni e intervenendo per anticipare guasti e disservizi fa realmente la differenza quando vuoi offrire servizi di qualità alle imprese’.[…]
Per fare questo salto, centrali sono gli investimenti come quello da oltre 10 milioni per la nuova sede. Però non basta. ‘La tecnologia è fondamentale per la crescita – continua Luisotti – ma al centro di tutto ci sono soprattutto le persone: sia quelle che lavorano con te, sia quelle che ogni giorno utilizzano i tuoi servizi. Chi lavora ha bisogno di risposte rapide e trasparenti e di servizi efficienti e sicuri[…]
I due data center di Pisa e Massarosa (collegati con un anello in fibra ottica con capacità da 100 Gigabit/secondo) consentono di creare una ‘ridondanza’: praticamente, dovesse bloccarsi Massarosa, continuerebbe a lavorare la prima sede, senza interrompere il lavoro dei clienti. E se a Pisa scoppiasse un incendio? Impossibile, nel data center c’è un sistema che produce un’atmosfera a ridotta presenza di ossigeno: le fiamme non possono proprio svilupparsi[…]
Una gran parte del lavoro, è fatta da quello che sarebbe, banalizzando, un call center. Un call center atipico, però: i dipendenti sono tutti a tempo indeterminato, a tutti sono state comprate sedie ergonomiche Herman Miller, le stese che utilizza Obama alla Casa Bianca. ‘Vogliamo mantenere il massimo livello di qualità per i clienti – continua l’Ad – così investiamo in nuove infrastrutture come la sede di Pisa. Ma, ancora una volta, al centro di tutto ci sono le persone: gli ambienti sono infatti studiati per offrire il massimo comfort a tutti i dipendenti. E investiamo molto nella formazione dei nostri collaboratori, pagando anche master e corsi universitari. Nella nuova sede abbiamo realizzato un’aula magna con 98 confortevoli postazioni per ospitare corsi e seminari’.
E nella stessa aula sono a disposizione strumenti musicali (tra cui una Stratocaster): l’aula può trasformarsi in una sala concerti. Distrazioni? Assolutamente no, se è vero che il front office per i clienti non lascia le chiamate in attesa: il 95,6 per cento delle richieste di assistenza viene ‘evaso’ prima che il telefono squilli tre volte”.
© Corriere della Sera
7 novembre 2016
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